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Oro e mercato azionario: gli investitori e i loro dubbi

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Oro in calo

Nonostante un mese di gennaio discretamente positivo, l’oro continua a non coinvolgere a 360 gradi gli investitori, i quali continuano a cercare altri asset su cui puntare. La loro fiducia in merito cala, insieme al calo che vive il metallo prezioso, dimostrando quanto poco credono al rialzo, che ha avuto lo scorso mese e che a quanto pare è stato solo temporaneo.

Oro e mercati azionari: molti dubbi a riguardo

L’inizio del 2019 aveva mostrato una parvenza positiva. Che aveva consentito di fare delle prime considerazioni, in merito alle diverse asset class sulle quali investire. Molti sono stati i dati elaborati sulla situazione finanziaria, per capire come fossero posizionati i più importanti indici, le valute e anche le materie prime.

A ben vedere, l’oro aveva richiamato forti dubbi in merito alla sua posizione. In un contesto generalizzato dove a livello internazionale sono intervenuti una moltitudine di fattori. Tra cui la guerra commerciale, l’uscita del Regno Unito dall’UE (Brexit per intenderci), un momento di poco equilibrio nelle finanze, il che ha portato agli investitori a prestare una più alta attenzione agli asset di rifugio.

La posizione dell’oro oggi

Il metallo prezioso in oggetto, ha provato ad andare oltre quelle che erano le iniziali posizioni salde ove il suo valore aveva sfiorato i 1300 dollari l’oncia. E infatti il costo è salito la scorsa settimana a 1.323,45 dollari l’oncia. In tal modo; grazie a questo nuovo movimento, gli investitori si sono visti costretti ad affrontare una posizione rialzista di medio periodo che è ben lontana da quella convenientissima assunta lo scorso agosto di circa 1.160,56 dollari l’oncia.

Se i sentimenti di risk-off tra ottobre e dicembre avevano avallato il rialzo, soprattutto all’indomani della flessione dei principali indici azionari statunitensi, oggi il rafforzamento del metallo giallo in questo nuovo anno si ricollega piuttosto alla situazione in auge del comparto azionario, ora in tentativo di ripresa.

Il nuovo vigore dei mercati azionari

Prima che il 2018 finisse, Powell aveva detto la sua opinione durante l’ultima riunione, influenzando i mercati azionari e i loro andamenti. I quali avevano provato a rinvigorire, tentando quantomeno una parvenza di rimbalzo dai minimi di periodo. In un simile quadro, il metallo prezioso quindi avrebbe dovuto rallentare la sua corsa al rialzo; per consentire un migliore approccio degli investitori: invece così non è stato. E oggi chi si interfacci al mercato, preferisce tralasciare speculazioni sull’oro.

Il suo movimento rialzista iniziato da Gennaio 2019 è inversamente proporzionale all’andamento del dollaro americano, il che dovrebbe quantomeno consentire una reale protezione dei portafogli. Questo andamento dovrebbe portare prima o poi ad una fiducia e a delle partecipazioni azionarie sul metallo prezioso da parte degli investitori istituzionali.

Più cresce la parte di portafoglio che viene messo a disposizione da coloro che decidono di investire in titoli azionari, più cresce la loro fiducia. Contrariamente a quelle che sono le più importanti misure di fiducia di mercato, che misurano le attitudini, lo State Street Investor Confidence Index (ICI) tende a fare un resoconto delle partecipazioni effettive.

Questo vuol dire che sulla base di una semplice applicazione di una trendline sui minimi crescenti registrati dal 2016, proprio in concomitanza con il breakout ribassista del livello, l’andamento dell’oro prezioso ha registrato il suo ultimo minimo ad agosto per un valore di 1.160,56 dollari l’oncia, prezzo mai toccato dopo, ma anzi siamo sempre andati al rialzo.

Pur essendoci stata la la ripresa di vigore dei principali indici azionari mondiali, l’oro dunque non riesce a raccogliere consensi, tra coloro che operano nei mercati finanziari. E la fiducia degli investitori mondiali va sempre più in calo. Si segna così un minimo assoluto ancora più basso rispetto la crisi del 2008 e del 2012.