Arriva una dichiarazione ufficiale in merito al mining di Bitcoin e alle preoccupazioni dell’Unione Europea in merito a delle questioni prettamente energetiche. Cosa si è detto nelle ultime ore? Finalmente c’è una posizione sulla questione e si può capire qualcosa di più.
Andiamo, però, per gradi! Quello che è stato sancito è che in Europa il mining è perfettamente legale e che, quindi, rispetta tutti gli standard imposti. Ma quali sono, allora, le preoccupazioni che hanno tenuto banco in questi ultimi giorni? Si è parlato spesso di questo argomento e lo si è fatto anche con dei toni abbastanza accesi. L’oggetto della discussione? Le norme elettriche che, per alcuni, questa pratica andrebbe a non rispettare.
UE e mining Bitcoin: la posizione ufficiale
Veniamo al dunque e diciamo che è stato apertamente dichiarato che, quando si parla di mining, le uniche norme elettriche da prendere in considerazione sono quelle standard che, in questo caso, sono rispettate a pieno. Ecco, quindi, che si tratta di un procedimento legale e non bloccabile né perseguibile da questo punto di vista.
Leggiamo quelle che sono state le parole dette in merito:
“Se l’energia consumata per questa attività è prodotta secondo la legge, non vi è alcuna base legale per vietarla o addirittura limitarla…Dato che il mining di criptovalute non è un’attività illegale, la Commissione non ha messo in atto alcun mezzo per tracciare il processo. “
Si tratta di una posizione chiara e precisa, che nulla lascia al caso e nulla lascia in dubbio! A proferire le parole di cui sopra ci ha pensato Mariya Gabriel, commissario europeo per l’economia e la società digitale, che ha sì espresso preoccupazione per la natura ad alta intensità energetica dell’attività che, però, come sottolineato rimane nei limiti e nella legalità.
A quanto detto, naturalmente, la donna ha aggiunto che si tratta pur sempre di una attività economica che consuma elettricità e questo è un dato di fatto che nessuno può andare a negare, a conti fatti. Se si conosce il processo di creazione delle criptovalute si capiscono anche le preoccupazioni dal punto di vista energetico. Tuttavia, trattandosi come detto di una attività legale, è utile ribadire che questa attività viene come da legge assoggettata a quelle che sono le norme dell’UE in materia di “efficienza energetica, settore energetico e emissioni di gas serra”, così come dichiarato.
Naturalmente, dal canto suo, la Comunità Europea non smetterà di sorvegliare su tutto questo e continuerà a monitorare quello che è il crescente impatto delle criptovalute sul consumo e sulla domanda di energia. Il primo fattore che si deve chiarire, da questo specifico punto di vista, è quanta attività di questo tipo avvenga all’interno dei confini dell’Unione Europea. Tracciando questo dato, si può, quindi, approfondire anche la questione energetica.
Del resto, al momento, si considera che quella che è la parte più consistente dell’attività di mining è ancora concentrata in Cina, anche se non è da escludere il fatto che una parte delle attività di creazione di questa criptovaluta avvenga entro quelli che sono i confini dell’Unione.
Quindi, riassumendo, il tutto è legale e deve essere assoggettato a delle norme standard, non ci sono ancora problemi dal punto di vista energetico ma, a conti fatti, si deve cercare di capire quale sia effettivamente la portata del mining all’interno dell’Unione Europea. Non si sa, infatti, ancora tanto da questo punto di vista e, pertanto, è utile approfondire il tutto, per poi tirare nuovamente le somme.
Nata a Bologna nel 1977 e laureata a Modena in Giurisprudenza, dopo anni di studi decide di fare un corso sul daytrading. Capisce velocemente che i mercati finanziari, e l’analisi tecnica, generano in lei una forte emozione. Unisce quindi la disciplina imparata attraverso gli studi di legge alla passione per il trading. In breve tempo decide di dedicarsi al mondo finanziario e scrivere.
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