Home News Finanza Criptovalute, “improbabile” l’espolosione di una bolla speculativa secondo J. Clayton

Criptovalute, “improbabile” l’espolosione di una bolla speculativa secondo J. Clayton

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Quando si parla di criptovalute, una delle critiche più comuni a questo nuovo asset finanziario è che si tratti di una bolla speculativa pronta ad esplodere.

Con oltre 200 miliardi di dollari di capitalizzazione, questo è certo, se così fosse si tratterebbe di un disastro per molti investitori. Dall’altra parte il mondo ha memoria di quanto successo agli inizi del nuovo millennio, con l’esplosione della bolla dot.com che bruciò capitali quindici volte superiori a questa cifra.

Mentre sono in tanti ad interrogarsi su quale sia il futuro plausibilmente auspicabile alle criptovalute, a parlare oggi è stato Jay Clayton. Non tutti lo conosceranno, ma si tratta di uno degli economisti che hanno segnato la storia della finanza speculativa. Ex Presidente della CFTC (Commodity Futures Trading Commission) e attuale grande investitore in criptovalute, è senza dubbio un portavoce autorevole.

La posizione di Clayton è stata molto chiara: l’esplosione di una bolla speculativa, al momento, è molto improbabile e la SEC (corrispondente americana della CONSOB) sta prendendo una posizione dura contro le criptovalute per seguire gli ordini della Casa Bianca.

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Le ragioni di Clayton

Il celebre economista ha motivato in un modo semplice e coerente la sua affermazione. Stando alle sue parole, la capitalizzazione di mercato delle criptovalute è ancora relativamente bassa ed i global players, come banche e fondi di investimento, non stanno per ora immettendo grandi capitali sul mercato.

Finché non si giunge ad una reale manipolazione del valore di questi asset, dettata dall’arrivo di investitori molto grandi, la quota di capitalizzazione in mano ai privati rimane troppo importante per pensare all’esplosione di una bolla speculativa. Con questo l’ex Presidente della CFTC non esclude scenari di questo genere nel lungo termine, ma quantomeno per ora intende rassicurare gli investitori.

Clayton attacca anche la SEC, accusandola di essere succube degli ordini governativi. L’ente starebbe facendo semplicemente gli interessi della Casa Bianca, cercando di arginare con il proprio scetticismo la diffusione delle criptovalute. Trattandosi di sistemi sempre più garanti dell’anonimato -e dunque potenzialmente favorevoli all’evasione fiscale- non sorprende d’altronde che all’esecutivo dispiaccia vedere i dollari americani venduti per comprare Bitcoin.

Chi ha ragione?

Rispondere a questa domanda non è facile, ma di certo c’è che su un punto Clayton ha ragione: il fenomeno delle criptovalute è ancora sottodimensionato rispetto alle grandi bolle speculative. Certo, la capitalizzazione non tiene conto degli investitori più avveduti che hanno scelto di investire usando un broker CFD sicuro come OBRinvests, ad esempio. Anche togliendo questo dettaglio, comunque, rimane chiaro che (specialmente se si escludono Ethereum e Bitcoin) il mondo delle criptovalute abbia ancora molti capitali da attrarre.