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Istituti di Credito peer-to-peer Lending Cinesi costretti a fermarsi

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L’autorità di regolamentazione del centro finanziario cinese ha ordinato agli oltre 40 istituti di credito peer-to-peer di Shanghai di fermare il business.

I modi in cui possiamo ricevere dei prestiti di denaro per le aziende, e per le nostre idee di business, sta mutando. Oggi non è più necessario andare in banca o all’unione di credito aspettando di essere approvati per un prestito. Dalla necessità di velocizzare e espandere la possibilità di fare azienda,  nasce il peer-to-peer-lending, o lending crowdfunding, il mercato in cui persone e imprese possono chiedere o fare un prestito via internet.

In Italia è con la delibera 586/2016 che la Banca d’Italia, dopo anni di discussioni, ha pubblicato le disposizioni sulla raccolta del risparmio di soggetti diversi dalle banche, fornendo così le prime linee guida per regolamentare quelle forme di finanziamento diverse dalla via bancaria.

p2p_lending_italiaIl settore dell lending crowdfunding italiano è cresciuto in popolarità, diventando un’opzione sempre più forte tra chi è in cerca di soldi per creare un progetto di impresa e da chi vuole investire in startup alternative. E stando ad alcuni dati, il 2019 dovrebbe chiudersi con un’ulteriore crescita del mercato nostrano che a fine 2018 aveva visto 10 piattaforme erogare 763 milioni per un aumento del 125% rispetto ai 340 milioni del 2017. Lo stesso non accade ovunque.

DianrongIn Cina, al contrario, alcune delle più grandi piattaforme P2P, tra cui Lufax e Dianrong.com sostenute dall’assicuratore Ping An, sono state costrette, in recenti incontri con l’ufficio dei servizi finanziari di Shanghai, di a interrompere l’emissione di nuovi prodotti e a chiudere i servizi di prestito peer-to-peer esistenti. Le fonti sono anonime, ma fidate.

Questa manovra indica la determinazione della Cina a ristrutturare un settore dove sono stati erogati oltre 150 miliardi di dollari di prestiti con oltre 50 milioni di investitori al suo apice, ma si è rivelato un settore pieno da frodi e insolvenze.

L’ufficio dei servizi finanziari di Shanghai non ha risposto alle richieste di commenti da parte della stampa. I responsabili delle società Dianrong e Lufax, sostenuti da Ping An Insurance (Group) Co, hanno anche essi rifiutato di commentare.

Mercoledì, l’ente del settore finanziario di Shanghai avrebbe dichiarato che le piattaforme P2P della città hanno firmato un accordo per chiudere le loro attività. Il regolatore avrebbe comunicato verbalmente con loro, ma senza dare una data di scadenza.

ico_ban_cinaIl settore P2P cinese è nato durante un’ondata di deregolamentazione che ha creato un sistema di investimento parallelo, ma quasi losco. L’operazione di chiusura ricorda molto il Ban della Cina alla partecipazione alle ICO, Initial Coin Offering. Si tratta di investimenti di gruppo dove singoli o società possono comprare token/criptovalute, investendo, e prima che queste vengano immesse nel mercato e al pubblico. Così facendo, gli investitori possono comprare a un prezzo migliore e le società che emettono i token ricevere fondi per lo sviluppo e marketing. Il sistema e’ molto simile appunto al P2P lending.  

Gli istituti di credito online P2P cinesi promettevano di offrire, come nelle ICO,  ai piccoli investitori, un nuovo canale di investimento consentendo ai risparmiatori stessi l’accesso a rendimenti a due cifre.

Questa e altre repressioni da parte delle autorità ha causato però problemi finanziari a migliaia di singoli investitori.

banca_cinaCirca 1.200 società P2P hanno chiuso nei primi nove mesi dell’anno, poiché i prestiti in sospeso sono crollati del 48%, secondo la China Banking e la Insurance Regulatory Commission.

Finanziariamente parlando, a settembre venivano registrati 600 istituti P2P di credito in tutto il paese, in calo rispetto a un picco di 6.600. Secondo gli analisti di Citigroup Inc solo circa 50 di essi possono sopravvivere.

Il governo centrale Cinese aveva introdotto, alla fine del 2017, un complesso processo di registrazione e approvazione, per ripulire il settore, con i funzionari di Shanghai che hanno identificato 160 aree problematiche come tassi di interesse eccessivamente alti, abuso di fondi e cifre esagerate di rendimento. Nessuna società P2P presente e riuscita, fino ad oggi a superare i nuovi criteri imposti dal Governo di Beijing