Alla ricerca di rendimenti, le banche di investimento offrono ora carte di credito e gli hedge fund vendono libri.
Quando Goldman Sachs fu quotato in borsa, circa 20 anni fa, hanno lanciato il loro brand come “una delle principali società di investimento su titoli azionari globali“.
Le notizie di questa settimana hanno evidenziato come le cose cambino nel corso degli anni. Goldman Sachs, è sempre stata molto forte nel settore della consulenza in materia di fusioni tra società, e negoziazione di debito e nel mercato dei titoli azionari; Goldman è ora diventato un venture capitalist che investe in società come Uber e WeWork; insomma, una sorta di banca aperta al pubblico e che offre conti e prestiti a breve termine ai consumatori ordinari; un distributore di carte di credito in collaborazione con Apple e uno sviluppatore di software su vasta scala nel settore delle applicazioni.
Alcuni specialisti di Goldman stesso temono che questa varietà di attività diluisca il core business dell’azienda. Ad esempio, i guadagni mediocri della scorsa settimana – colpiti dalla poco positiva valutazione di WeWork – rafforzano la posizione, scettica, di molti addetti al settore.
Ma Goldman non è il solo gruppo a cercare di diversificare e allargarsi su più orizzonti. La finanza è piena di aziende che vogliono trovare un’altra identità e cercano di cambiare direzione in qualcosa di innovativo.
Blackstone, ad esempio, notoriamente una società di private equity, guadagna di più dal settore immobiliare.
BlackRock, famoso come uno dei maggiori proprietari mondiali di azioni pubbliche, sta ora iniziando acquisizioni di private equity.
Elliott Management, un hedge fund di attivisti, ha finito per diventare il padrone di una squadra di calcio, l’AC Milan, e due catene di librerie, Barnes & Noble e Waterstones.
Le barriere si stanno abbattendo e le etichette si stanno staccando. Questo non deve significare che il mercato sta andando incontro a un disastro, anche se ciò potrebbe essere il risultato.
Oggi, la combinazione di parole che tutti cercano è “high yield” – una descrizione perversa del rischioso debito societario che ora potrebbe produrre solo il 3 o il 4% a causa della politica monetaria di perdita.
Purtroppo ci ritroviamo in una società alla continua ricerca di profitti, il che spinge le società finanziarie a trovare soluzioni per i proprio clienti e investitori.
Il Rapporto FMI sulla stabilità finanziaria globale della scorsa settimana ha appunto indicato nuovi rischi derivati dalla corsa precipitosa dei fondi pensione verso attività alternative. La distribuzione dei fondi su investimenti alternativi come proprietà e private equity è passata oggi da poco più del 5% nel 2007 a oltre il 20%.
Il Fondo Monetario Internazionale ha anche avvisato di una corsa su larga scala dove gli investitori si stanno ritirando dai “fondi aperti”, e lo stanno facendo in maniera impropria.
Questo fenomeno può costringere i gestori di fondi a svendere i prodotti finanziari, infliggendo perdite ad altri partecipanti del mercato e, in casi estremi, favorire il rischio di un collasso del mercato finanziario.
Alessandro Giano nasce a Vicenza il 24 Ottobre del 1979. Dopo anni di studi e anni di passione per il giornalismo, decide di iniziare a scrivere un libro sul day trading. Molto presto capisce che prima di poter scrivere un libro (per ora lasciato nel cassetto dei sogni) , è meglio praticare e scrivere per alcune testate giornalistiche di Bologna, dove si trasferisce e sposa con Maria. Alessandro ha due bambini, vive ora a Roma ed’è un Giornalista a tempo pieno.
Email: alessandrog@www.zonatrading.it