In un’intervista rilasciata al Financial Times, Mastercard ha sorprendentemente lasciato la porta aperta alle criptovalute. L’azienda, insieme a Visa, rappresenta il pilastro dei circuiti di pagamento tramite carta di credito e non solo. Il fatto che sia una voce così autorevole del mondo della finanza tradizionale a parlare sfida duramente gli scettici delle criptovalute.
A parlare con il noto giornale di finanza newyorkese è stato uno dei senior executive dell’azienda, il quale ha mantenuto toni possibilisti nel corso di tutta l’intervista. Attenzione però a non fraintendere le parole del manager di Mastercard, che in realtà non risparmia una sferzata al mondo delle criptovalute come oggi è concepito.
“Se i governi volessero creare delle proprie criptovalute, saremmo felici di guardare ad esse in un modo più favorevole [rispetto alle criptovalute attuali]”
Banche centrali alla riscossa con le criptovalute?
Parrebbe proprio che in casa Mastercard si veda già un futuro per le criptovalute in cui a dominare la scena sono le banche centrali dei singoli Stati. Questo difficilmente può conciliarsi con lo spirito stesso della decentralizzazione, da sempre baluardo di anonimato e mancanza di unità al comando. É vero che alcune nazioni, come la Svezia, si sono già rese aperte ad un’eventuale introduzione di un conio digitale; dall’altra parte la community che realmente ha inteso lo spirito delle crittomonete non accetterebbe mai una situazione simile.
La domanda a questo punto sorge spontanea: cosa sarà di Bitcoin, di Ethereum di Dash e degli altri asset su cui le persone hanno investito nel caso in cui fossero le banche sovrane a emettere criptovalute? Probabilmente la spinta pubblica verso l’affossamento di questi asset aumenterà, in modo da eliminare l’anonimato dalle transazioni e favorire la trasparenza fiscale.
Terra bruciata e incoerenza
In ultima analisi, le dichiarazioni del management di Mastercard non sono affatto un’apertura verso le criptovalute. Sono una dichiarazione d’intenti piuttosto palese: qualora fossero le banche centrali ad emettere criptovalute, e solo in questo caso, Mastercard sarebbe pronta a sedersi al tavolo dei vincitori.
Il ragionamento dell’executive che ha parlato con il Financial Times è tanto egoistico quanto comprensibile in ottica aziendale. Ma Mastercard, Visa e gli altri colossi dei metodi di pagamento stanno realmente girando le spalle alle criptovalute? Sembrerebbe essere così, ma solo a parole. Negli ultimi anni si sono moltiplicate le carte prepagate ricaricabili che questi grandi players hanno introdotto affiliandosi agli exchange di criptovalute; sono carte “brandizzate” a tutti gli effetti, che garantiscono una solida base monetaria agli exchange ed introiti ai creatori delle carte stesse.
Ancora una volta la finanza tradizionale ha ragionato in ottica sovranista e centralizzata, mentre il mondo si adegua pian piano all’idea che con l’avvento della tecnologia blockchain le cose cambieranno. Avere il controllo totale dell’economia, tracciare le transazioni dei privati e mantenere l’oligarchia per i grandi nomi finanziari non sarà più così semplice.
Ti ricordiamo che, sia che tu voglia fare un investimento di lungo termine sia che tu voglia fare trading e speculazioni rapide, attraverso broker seri e approvati dalla Consob come Plus500 potrai investire sulle criptovalute decentralizzate. Questo broker, così come TradeNow, accetta ovviamente depositi e prelievi anche tramite Mastercard; pare che, quando ci sono delle transazioni da regolare, il produttore di carte di credito non sia poi così restio ad inserirsi nel contesto!

Alessandro Giano nasce a Vicenza il 24 Ottobre del 1979. Dopo anni di studi e anni di passione per il giornalismo, decide di iniziare a scrivere un libro sul day trading. Molto presto capisce che prima di poter scrivere un libro (per ora lasciato nel cassetto dei sogni) , è meglio praticare e scrivere per alcune testate giornalistiche di Bologna, dove si trasferisce e sposa con Maria. Alessandro ha due bambini, vive ora a Roma ed’è un Giornalista a tempo pieno.
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