Home News Finanza Italia vs Francia: quando la crisi diplomatica influenza l’economia nostrana

Italia vs Francia: quando la crisi diplomatica influenza l’economia nostrana

italia vs francia

Quanto sta accadendo tra Italia e Francia non è cosa da sottovalutare. Anzi in una situazione di stretta e morsa tra i due paese, a risentirne potrebbe essere proprio la nostra economia.  Bisogna infatti tenere in considerazione che, solo nel 2017, gli scambi commerciali italo francesi sono stati pari a 76,6 milioni di euro. La Francia poi investe spesso direttamente nel Bel Paese: insomma a perderci tra le due Nazioni in caso di rottura sarebbe proprio l’Italia.

Quali sarebbero le conseguenze economiche

Ad oggi, la Francia è il secondo partner commerciale italiano, e contrariamente all’Italia che rappresenta “solo” il terzo paese fornitore dei francesi. Questo vuol dire che se le cose tra le due nazioni dovessero incrinarsi, come sostiene anche il presidente di Confindustria Boccia, le conseguenze economiche sull’export potrebbero essere devastanti.

La nazione guidata da Macron ha infatti investito oltre 60 miliardi di euro in Italia, a fronte dei soli 25 investiti dal Bel Paese sul suolo francese. In previsione di un eventuale calo di richieste di esportazioni di prodotti, l’Italia pagherebbe caro e amaro lo scotto. La presenza finanziaria francese è molto presente nel territorio nazionale nostrano: basti pensare alla Bnp Paribas e Crédit Agricole che nel tempo hanno comprato le banche italiane.

Proprio questi due colossi, hanno avuto un ruolo schiacciante pure nel credito al consumo con Findomestic per Bnp Paribas e Agos Ducato per Crédit Agricole. Non a caso poi, l’imprenditore Vincent Bolloré è il secondo azionista di Mediobanca (con circa l’8% del capitale), il primo socio di Telecom Italia (con il 24% circa) e il secondo di Mediaset (con il circa 28,8%). Infine Groupama ha acquistato Nuova Tirrenia da Generali.

Cosa accadrà tra Francia e Italia

Quindi se la Francia è onnipresente sul nostro suolo, l’economia italiana potrebbe subire uno smacco considerevole, mentre viceversa per i francesi non sarebbe così grave perdere le nostre importazioni. Questo in considerazione del fatto che è l’Italia solo all’ottavo posto tra i paesi stranieri che portano soldi in Francia. Sono inferiori a 100 mila i dipendenti, che vengono stipendiati dagli azionisti italiani.

L’Italia investitrice sul suolo francese  conquista molte posizioni

Annoveriamo tra questi le Generali con 7.500 impiegati, poi Fiat con 7 mila, infine Autogrill con 3.500. L’Italia come investitrice sul suolo francese ha conquistato molte posizioni, come la Campari che ha rilevato le quote della Grand Marnier e Lavazza che invece ora guida il timone della Carte Noir. L’aeroporto di Nizza è posseduto al 75% dell’Atlantia, mentre Fincantieri ha acquisito i cantieri di Saint-Nazare.