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Il Bitcoin usato anche da Organizzazioni Terroristiche Palestinesi e Iraniane

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Fonte: Pixabay

Un gruppo terroristico che sembra avere legami con il regime Iraniano e Hamas, l’autorità che controlla la Striscia di Gaza in Palestina, sembra stia aumentando le sue operazioni di raccolta fondi attraverso il Bitcoin.

Hanno iniziato, da tempo, a raccogliere fondi, a seguito del rifiuto di supporto economico e aiuto da parte dell’Iran. 

Un’analisi delle attività del gruppo è stata riportata in un rapporto di cyber desk dell’Istituto internazionale per l’antiterrorismo dell’IDC di Herzelya, in Israele, come riportato dal quotidiano Jerusalem Post il 19 gennaio.

Il rapporto di cyber desk dell’IDC dichiara di aver identificato uno strano incremento di transazioni da riferirsi a un Wallet BTC (1LaNXgq2ctDEa4fTha6PTo8sucqzieQctq) che sarebbe collegato alle attività di raccolta fondi di Hamas e del gruppo terroristico affiliato all’Iran “al-Nasser Salah al- Deen Brigades ”, l’ala militare dei Palestinian Popular Resistance Committee (PRC).

La PRC è una coalizione di gruppi locali armati, formata alla fine del 2000, in opposizione a quella che percepiscono come una politica troppo pacifica adottata dall’Autorità Palestinese (PA) e da Fatah verso il governo israeliano. Le Brigate al-Nasser sono state coinvolte sia nelle guerre del 2008/9 che nel 2015 a Gaza, e si sono scontrate con le forze israeliane nel novembre 2018, perdendo sempre la loro battaglia con l’esercito israeliano, per molti l’esercito più forte al mondo. 

Le Brigate furono anche responsabili del rapimento di alto profilo del soldato israeliano Gilad Shalit nel 2006, liberato nel 2011 a seguito di uno scambio di prigionieri.

Secondo i dati dell’IDC, e grazie a un controllo approfondito delle transazioni associate al portafoglio bitcoin sopra menzionato, le brigate avrebbero lanciato un sito chiamato “cash4ps“, il quale permette alle brigate stesse di inviare e ricevere fondi fuori dalla striscia di Gaza, garantendo allo stesso tempo un certo grado di anonimato per donatori e beneficiari.

Il report, che ha collegato tutti i punti e le transazioni, lega l’indirizzo del wallet a una società presumibilmente identificata come gestore di un conto registrato presso la Banca nazionale islamica. 

Questa banca è stata inserita nella lista nera dal Ministero del Tesoro degli Stati Uniti nel 2010. Hamas è un’organizzazione terroristica, sia per gli Americani che gli Israeliani. La Banca Nazionale Islamica è stata anche bannata dall’autorità monetaria palestinese e dall’autorità palestinese per il mercato dei capitali.

Tornando al report, a partire dal 1 dicembre 2019, IDC afferma che il volume totale delle transazioni nel portafoglio aveva raggiunto i 3.370 Bitcoin ($ 29 milioni al momento della stesura di questo pezzo), dopo aver processato migliaia di transazioni in un periodo di 4 anni.

Lo stesso report avrebbe identificato i due indirizzi fisici dell’azienda proprio nella striscia di Gaza, e la persona di Ramadan Alkurd, Wesam Ismael, a gestire tutta l’operazione. Si tratta di un personaggio legato molto fortemente proprio ad Hamas

Gli Stati Uniti sono al corrente dell’accaduto e stanno lavorando, insieme agli alleati, per adottare delle misure normative e legali più solide in merito agli scambi del Bitcoin, Monero e altre criptovalute. Non e’ la prima volta che organizzazioni terroristiche si affidano alle Criptomonete per raccogliere fondi illegali o per finanziare la loro rete globale.