15 milioni di dollari: questo il costo dell’ultima operazione del colosso giapponese SBI, che ha concesso un sostanzioso prestito a una startup svizzera operante nel settore delle criptomonete.
SBI Group, azienda leader del settore dei servizi finanziari con base a Tokyo, da tempo si è dimostrata vicina al mondo delle criptomonete ed è per questo motivo che questa nuova acquisizione rientra in un quadro ben più ampio.
I dettagli dell’operazione SBI Tangem
La SBI ha deciso, quindi, di investire sulla Tangem, azienda svizzera che opera nel settore, per potenziare il suo lavoro di ricerca e sviluppo finalizzato all’adozione di nuove blockchain smart card.
Stando a quanto descritto dalla startup svizzera, il prodotto in questione, quello per il quale SBI ha investito, servirà per la memorizzazione crittografica, diventando una vera e propria banconota smart per le risorse digitali.
In poche parole, questo prodotto può essere utilizzato come se fosse una vera e propria carta di una qualsiasi banca, permettendo così di effettuare delle transazioni reali. Queste, dopo essere state crittografate, potranno essere caricate, tramite uno smartphone abilitato NFC, sul dispositivo in questione.
Nella sua dichiarazione, la Tangem si è detta soddisfatta per la conclusione dell’accordo e l’arrivo del finanziamento da parte della SBI. Questo perché la somma, di non poco conto, sarà utile per espandere la tecnologia in questione anche ad altre aree come stable coins, ICO, offerte di beni tokenizzati, identità digitale e altro ancora. Un vero punto a favore della startup svizzera che, da questo momento in poi, avrà dalla sua un capitale molto importante da spendere per la ricerca nei campi sopra indicati.
Perché la scelta della Tangem
Dal canto suo, il colosso nipponico ha confermato la conclusione dell’operazione, che ha avuto esito positivo. L’azienda SBI Group ha, però, provveduto a fare un comunicato stampa distinto da quello rilasciato dalla svizzera Tangem.
Insieme alla conferma dell’avvenuto passaggio di capitali, però, non c’è stata anche la conferma della somma dell’operazione. La SBI, infatti, si è limitata a parlare di un investimento, senza specificarne in maniera chiara la cifra.
A chi si domanda perché investire in una startup come la Tangem, la SBI risponde in maniera molto chiara. Il portafoglio dell’azienda è solido, robusto ed economico e il tutto gioca a favore del fine ultimo: far crescere la domanda di asset crittografici, nonché i propri prodotti.
Qualche numero di SBI Group
Già qualche mese fa, per la precisione nel mese di Ottobre 2018, il colosso SBI aveva siglato una partnership simile con un’azienda danese, la Sepior, al fine di permettere la realizzazione di un digital wallet per lo scambio di criptovaluta VCTRADE.
E non finisce qui, perché nel mese di Marzo 2018, la SBI Group aveva acquistato una quota pari al 40% di un’altra azienda operante nel settore, la CoolBitX, realtà taiwanese.
Il tutto si spiega con il fatto che, ad oggi, i portafogli hardware sono sempre più utilizzati se si tratta di memorizzazione di criptomonete e questo perché gli scambi online possono dare dei problemi e delle perdite. Stando ai dati, ad esempio, il Giappone solo nel primo semestre del 2018 ha perso oltre 540 milioni di dollari di criptomoneta. La somma delle perdite a causa di attacchi informatici ammonta a oltre 880 milioni di dollari se si guarda al mondo intero.
Ecco, quindi, perché la SBI ha deciso di investire al fine di rendere tutto più sicuro possibile.

Nata a Bologna nel 1977 e laureata a Modena in Giurisprudenza, dopo anni di studi decide di fare un corso sul daytrading. Capisce velocemente che i mercati finanziari, e l’analisi tecnica, generano in lei una forte emozione. Unisce quindi la disciplina imparata attraverso gli studi di legge alla passione per il trading. In breve tempo decide di dedicarsi al mondo finanziario e scrivere.
Email: eleonora@www.zonatrading.it