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La BCE dopo Pechino vorrebbe mettere un freno al Bitcoin?

La BCE dopo Pechino vorrebbe mettere un freno al Bitcoin

Le previsioni rialziste sul Bitcoin, la principale criptovaluta immessa sul mercato da qualche anno, si sono rivelate azzeccate. Questo non esclude i rischi per un settore che deve ancora trovare affermazione e consolidamento, ma è un segnale che viene recapitato in zona BCE e per quanto riguarda i mercati asiatici, fino a questo punto riluttanti a investire e puntare su questo tipo di moneta virtuale. Le critiche che riguardano le criptovalute, le conosciamo abbastanza bene ormai. Sono state più volte messe in rassegna e contengono alcuni spunti di riflessione di valore. E’ interessante però vedere come la Banca Centrale Europea sia contraria a questo sistema, che naturalmente tende a bypassare tutto quello che invece riguarda le monete attualmente vigenti sul mercato. Eppure come molti esperti hanno evidenziato più volte: i Bitcoin sono il futuro dei pagamenti, e in qualche caso, ultimamente, anche il nostro presente. Come per tutte le cose serve però buonsenso e molto spirito ecumenico, quando si tratta di smuovere l’economia europea. E’ lo stesso principio che Paolo Savona ha affermato su Formiche: urge un accordo mondiale in materia di criptovalute. Andiamo meglio a capire questo interessante punto di vista.

bitcoin e criptovalute inarrestabili

Secondo l’economista italiano la materia è abbastanza complessa e quindi valida per essere meglio eviscerata; c’è un conflitto tra microeconomia e macroeconomia che è alla base tra chi è contrario e chi invece favorevole alle criptovalute. Per Savona oggi sta accadendo nuovamente quello che abbiamo già visto succedere tra gli anni settanta del secolo scorso e il primo decennio del nuovo millennio. Gli effetti economici positivi degli eurodollari ci hanno condotti verso una grande recessione, da cui è difficile e complesso trovare una via d’uscita. Di contro abbiamo la possibilità di sfruttare innovazioni finanziarie, come appunto i Bitcoin, che vanno meglio spiegati e intesi e che possono risolvere da questa impasse che stiamo attraversando. In questo caso quindi parliamo di come la tecnologia denominata blockchain, permette di decentralizzare la creazione monetaria. Questo vuol dire però accettare o comunque confrontarsi con una moneta privata, dove gli interessi nazionali e comunitari vengono meno.

Savona quindi intuisce il rischio che attualmente Mario Draghi, e quindi la BCE, non vogliono correre. Il rischio che Pechino ha deciso di non correre o comunque di limitare con grande eloquenza, è quello di creare un sistema di pagamenti che operi al di là dei circuiti ufficiali e che nel contempo sia però anche sicuro, affidabile e trasparente.

criptovalute legali e regolamentazione

Rendiamoci conto del perché la finanza più marcatamente mainstream e quindi legata (o sarebbe più preciso e corretto dire vincolata) all’establishment tenta di osteggiare, quando non addirittura di ostacolare il successo evidente del Bitcoin e del settore delle criptovalute in generale. Non sorprende quindi leggere cosa pubblicano Wall Street Journal, piuttosto che Bloomberg sul fatto che per Ewald Nowotny c’è bisogno di mettere limiti allo scambio tra criptovalute. E’ abbastanza paradossale però che l’Europa unita abbia una reazione simile alla Banca Popolare Cinese. Questo spiega che nonostante alcuni proclami, le criptovalute preoccupano e spaventano i banchieri e i finanzieri della vecchia Europa. Ancora di più se questo avviene mentre il titolo in borsa raggiunge prima e supera poi quota 8.000 dollari, che è notizia delle ultime ore. Così mentre la Cina ha già messo una stretta significativa verso gli exchanges di criptovalute vietando anche le ICO, offerte iniziali sulle valute virtuali, bisogna però capire che il successo istantaneo delle startup dedicate alla creazione di moneta virtuale non sarà facile da arrestare. Più ambigua la posizione del Nord America, dove tra Canada e Stati Uniti si sta lavorando alla creazione di nuove criptovalute, per rendere la vita meno facile al Bitcoin e a quelli che sono già promotori e investitori della più conosciuta criptovaluta al mondo. Come abbiamo già visto, svalutare e creare sacche di resistenza al Bitcoin ha finora avuto effetto contrario, visto che ha solo rafforzato le convinzioni di investitori e dei broker più dinamici e agguerriti che hanno puntato tutto sul successo delle criptovalute.