Diversi progetti pilota riguardanti la blockchain, avviati da società finanziarie ben note, non sono risultati essere abbastanza convincenti.
Anche se è pubblicizzata come la migliore tecnologia per le transazioni, alcune aziende hanno dovuto abbandonarla, almeno per ora.
Le istituzioni di Wall Street avevano abbracciato con entusiasmo l’hype blockchain, sperando di trovare in essa lo strumento ideale per accelerare i processi e ridurre i costi. Persino gli scettici delle criptovalute si erano convinti che non potesse fallire come tecnologia indipendente.
Tuttavia, alcune società finanziarie non sono state impressionate dai risultati a cui sono giunte dopo l’avvio di alcuni progetti pilota.
Casi di progetti non andati a buon fine
Reuters ha scoperto che il motivo di tale delusione è da ricollegare a diversi motivi, tra cui le spese associate al passaggio ad un’infrastruttura basata sulla nuova tecnologia.
I casi presi in esame sono alcuni test avviati dalla Depository Trust & Clearing Corporation (DTCC), da BNP Paribas e da SIX Group.
DTCC ha dovuto abbandonare un progetto destinato a gestire la compensazione e il regolamento delle operazioni di pronti contro termine. Murray Pozmanter, che si occupa dei servizi di clearing della DTCC, ha spiegato la ragione di tale sospensione. Le banche e le istituzioni finanziarie avevano scoperto che essa non offriva alcun risparmio e che invece, gli approcci tradizionali risultavano essere addirittura più economici. Pozmanter ha però rivelato che DTCC sta ancora esplorando la blockchain per un progetto con Digital Asset Holdings.
Anche SIX Securities Services, che offre soluzioni post-negoziazione e gestisce la borsa svizzera (SIX Swiss Exchange), ha dovuto rinunciare ai suoi programmi. Attualmente è infatti rimasto solo con un prototipo.
Persino BNP Paribas, la quale due anni fa aveva annunciato che la sua filiale di servizi mobiliari avrebbe collaborato con diverse start up per creare una piattaforma blockchain per le piccole imprese per gestire i loro titoli, ha dovuto abbandonare i suoi piani. Tuttavia, non ha completamente rinunciato ad essa. Recentemente ha infatti lanciato un’altra iniziativa denominata LiquidShare.
Nonostante le difficoltà incontrate, si può percepire ancora fiducia nel potenziale della nuova tecnologia.
Laureato in Scienze della Comunicazione, non ha perso tempo. A 26 anni era già giornalista e a 32 scriveva per 4 testate giornalistiche italiane. Nessuna trattava i mercati finanziari. Dopo un viaggio alle Maldive, dove ha incontrato un Trader professionista, si è appassionato di finanza e ha cominciato a leggere libri e studiare. Una fortuna averlo trovato e assunto come collaboratore. Vive a Londra, non ama Tinder, ma è alla continua ricerca di un anima gemella.
Email: gino@www.zonatrading.it